Ottobre 13, 2025

Mio nonno Faustino Paggi, internato in Germania

«Ho iniziato ad appassionarmi alla ricerca genealogica

per assecondare un desiderio di mia madre, che era quello di trovare qualche informazione sulla prigionia del nonno Faustino (suo padre) nei campi nazisti durante la II Guerra mondiale. Essendo lei la più piccola di sei figli ed avendo perso il padre a soli sedici anni, non aveva molti ricordi e informazioni sulla vicenda.

Faustino Paggi nasce il 05/09/1916 a Roverè Veronese da Angelo Domenico e Pazzocco Massimilla. Alla Commissione Interrogatrice Reduci dalla Prigionia racconta che, il giorno dell’armistizio, si trovava ricoverato a Cuneo presso l’Ospedale Militare (lui era di stanza a Cuneo nel 7° Reggimento Artiglieria G.A.F.) partendo poi il giorno seguente per raggiungere la famiglia residente a Sommacampagna. Rimane lì nascosto fino al marzo del 1944 quando inizia a recarsi saltuariamente all’Ospedale Militare di Verona per visite mediche.

Il giorno 25/04/1944 si reca di nuovo all’Ospedale Militare di Verona dove doveva essere ricoverato ma viene bloccato dall’Ufficiale medico di servizio, che lo fa arrestare. Il nonno viene portato in una caserma nella zona di Porta San Giorgio per poi essere deportato in Germania l’11/05/1944, dove arriva al campo di concentramento III D – forse III A – di Fürstemberg. Da lì viene inviato ai lavori forzati in varie località della Germania: Francoforte sull’Oder, Koenisberg, Pillau, Waimmar, Wuisburg, Landsberg, Luben (i nomi sono presi dal verbale, probabilmente scritti in modo errato).

Da Luben riesce a scappare e a raggiungere la frontiera del Brennero il 30/04/1945. Viene rimpatriato definitivamente in Italia il giorno 01/05/1945 come ICI, Internato Civile Italiano, con numero di matricola di prigioniero 8733.

Muore a Sommacampagna il 10/05/1975 per complicazioni da malattia contratta durante la guerra e la prigionia.

Il 20/09/2025 è stato insignito della Medaglia d’onore in Prefettura a Verona, un bellissimo regalo nel 50° anniversario della sua morte!

Le informazioni sopra riportate le ho fortunatamente trovate nel fascicolo militare presente all’Archivio di Stato di Verona. Ho provato a contattare tutti gli enti possibili, anche stranieri, per trovare ulteriori informazioni ma purtroppo senza alcun esito. Solo il Bundesarchiv di Berlino è riuscito a trovare menzione del suo nome e numero di matricola di prigionia in documenti della Marina, ma non sappiamo per quale motivo.

Un ricordo di famiglia: quando è riuscito a scappare dall’ultimo campo di prigionia ha portato con sé un compagno di Cuneo, molto malato e con difficoltà a camminare, caricandoselo anche a spalle! Per anni poi questo signore andava a trovare il nonno a Sommacampagna, ma nessuno conosce o ricorda il suo nome. Sarebbe bellissimo trovare qualche suo discendente.».

Un racconto di Alessandra Andreani

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